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Un giro a Lisboa

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I vicoli si allargano e si stringono alternandosi. Al centro i binari degli eléctricos sono una presenza costante ed assecondano salite e discese. E poi angoli di rara bellezza e diversi miradouro da togliere il fiato con il fiume Tago sullo sfondo. Lisbona, finalmente!

Le vie ciottolate ci accompagnano in ogni metro di questa città di circa cinquecentomila abitanti, disposta su sette colli, caratterizzata da colori vivi e da costanti salite e discese che la rendono unica, crocevia di scambi culturali e commerciali in un passato glorioso ed un presente lentamente in ripresa. Conoscevo Lisbona grazie a qualche libro soprattutto a “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi e “Lisbona – quello che il visitatore deve vedere” di Fernando Pessoa. Ed è proprio su quest’ultimo che le mie attenzioni si concentrano. Nel libro Pessoa ci accompagna virtualmente in giro per la città e risulta affascinante rivedere con i nostri occhi quello che lui anni fa ha descritto minuziosamente. Il confronto è d’obbligo e, al netto del fattore temporale, la città è rimasta la stessa.

Plaça do Commercio sul fiume Tago continua a trasmettere quel senso di grandezza ma soprattutto è ancora quel luogo d’incontro che una piazza dovrebbe essere. Era la porta d’accesso principale alla città, le navi provenienti dall’atlantico risalivano un pezzo di fiume ed è facile pensare a quanto fermento culturale, etnico, sociale, e soprattutto commerciale (da qui Praça do Comércio) si presentava al suo interno. Anche la mia visita a Lisbona è partita da qui attraversando poi il quartiere signorile di Baixa, verso Rossio con la sua stupenda piazza fino ad arrivare alla stazione ferroviaria, l’altro accesso storico a Lisbona. Seguendo questo tragitto c’è tempo per ammirare l’Elevador de Santa Justa, uno dei simboli di Lisbona. Dopodiché risalendo si può passare attraverso Largo do Carmo ed ammirare il Convento do Carmo (chi l’ha visitato sostiene che sia assolutamente da vedere) e magari sedersi e gustarsi qualcosa di fresco mentre alcuni artisti di strada si esibiscono. Ma non voglio raccontarvi filo e per segno il mio percorso anche perché sono davvero tante le piazze interessanti, i luoghi di culto, i parchi pubblici, i palazzi e musei, presenti in giro per la città. Ed a queste cose ci aggiungo i miradouro (le terrazze panoramiche) da cui ammirare Lisbona in tutto il suo splendore. Personalmente uno di quelli che mi è piaciuto di più è il Miraodouro de Santa Caterina al tramonto, condividendo quel momento con i miei compagni di viaggio ed un buon aperitivo, mentre un musicista di strada (ce ne sono tantissimi) reinterpretava alcuni successi passati. Oppure il Miradouro de São Pedro de Alcântara, meraviglioso anche se in parte impraticabile a causa di certi lavori di manutenzione.

E di sera Lisbona offre ancora di più. Tanti i ristoranti e locali per tutti i gusti e per tutte le tasche, principalmente al Bairro Alto un quartiere pieno di vitalità ed energia in cui ci si perde facilmente, ma mai per davvero. Lisbona non è una città particolarmente cara, tutt’altro. I piatti da provare sono sicuramente u bachalau (il baccalà) cucinato in tutte le sue varianti, la sardinha alla griglia (in ogni angolo dei quartieri popolari le griglie sono sempre accese ed il profumo è una piacevole costante soprattutto durante il periodo di festeggiamenti al santo patrono), il polvo (polipo) e le varie zuppe di pesce. Per non parlare della carne, presente anch’essa nella cucina portoghese, principalmente alla griglia, ma non solo. I piatti molto spesso sono accompagnati con tante verdure e patate che non mancano mai, come anche l’aglio, una presenza fissa. Lisbona per la sua tradizione coloniale fu una delle prime città ad importare nella propria cucina spezie e prodotti (come la patata) non presenti in Europa. Inoltre tanti anche i vini bianchi (come i Vinhos Verdes) e rossi (come i vini del Dão).

Una delle cose che più mi ha affascinato della città sono i colori: le abitazioni, i tetti, gli eléctricos (i caratteristici e funzionali tram elettrici), il fiume Tago, i festoni appesi per onorare il patrono San Antonio (ci hanno spiegato che San Antonio prima di morire a Padova svolse le sue funzioni proprio a Lisbona ed il popolo ne è tutt’ora devoto, da qui San Antonio da Lisbona. La notte del patrono è quella tra il 12 e il 13 giugno, ma le feste durano fino al 1° luglio, con balli e canti per i quartieri popolari), la Ginjinha (il liquore a base di amarene), dei piccoli bar improvvisati, delle facciate delle abitazioni d’influenza araba, per esempio. Ecco, i colori sono vivi davvero a Lisbona ed uno dei quartieri che più di tutti li rappresenta è l’Alfama.

L’Alfama è il quartiere più antico di Lisbona, di origine araba e qui trovate il link in cui poter approfondirne meglio le origini. Sopra al quartiere troneggia il Castello di Sao Jorge il punto più alto di Lisbona da cui si può ammirare tutta la città, sotto, il fiume Tago. Le vie strette impediscono il passaggio delle automobili ed addentrandosi nel cuore dell’Alfama sembra che il tempo si sia fermato complice anche il silenzio e le finestre chiuse delle innumerevoli abitazioni, alcune di semplice colore bianco, altre, le più belle, di Azulejo (le famose decorazioni di origine araba che ho fotografato più volte e che potrete vedere in basso). Credo che ricorderò ogni metro nell’Alfama tra le note del Fado (musica popolare) e soprattutto per gli scorci magnifici che mi ha regalato e che puntualmente ho cercato di immortalare.

Queste sono solo alcune delle cose che ho visto nella mia breve permanenza in città ma sicuramente l’atmosfera che ci accompagna a Lisbona è unica. Un tuffo nel passato dell’Europa che era, il centro di un mondo che iniziava ad incontrarsi mescolando usanze e culture a fianco dell’oceano atlantico. Ho provato a viverla (e fotografarla) con questi occhi. Consiglio a tutti un giro a Lisbona, nel frattempo potete vedere le mie foto qui:

https://www.flickr.com/photos/155864168@N06/albums/72157682867431922

Obrigado!

 

Daniele Gareri

 

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