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Tutto ciò che siamo (prima parte)

Questa storia verrà pubblicata in tre parti. Nei prossimi giorni il seguito.

Buona lettura!


Mi piace camminare sul palco quando il teatro è ancora vuoto. Arrivo sempre un po’ prima, è il mio rito portafortuna ormai. Assaporo il silenzio, ma anche il profumo delle poltrone, del sipario in velluto, della carta sul leggio. Da bambina durante i saggi di danza mi intimoriva il palco e cercavo lo sguardo dei miei genitori in mezzo alla platea, puntualmente li trovavo lì, in seconda fila mentre mi sorridevano. Bastavano quei pochi secondi a farmi passare ogni tipo di paura. Quando anni fa ho iniziato a fare teatro, questa abitudine mi è rimasta. Da ballerina ad attrice, sempre sul palco e loro lì in seconda fila. Sono stata per anni la loro principessa, la figlia perfetta, l’esempio di vita lineare e tranquilla. Quando entro in teatro mi trovo nella mia dimensione che si muove parallela alla realtà ma l’una non può fare a meno dell’altra. Purtroppo non vivo facendo l’attrice, anche se è la cosa che vorrei più al mondo. Sono una commessa e durante le mie giornate vendo abbigliamento. E’ un bel lavoro e mi permette di vivere dignitosamente. Dopo la mia laurea non ho mai trovato un impiego consono ai miei studi anche perché la mia aspirazione non è mai stata quella di rimanere dietro una scrivania tutta la vita. I miei genitori non avrebbero voluto questo ma d’altronde non mi è mai interessata la vita di paese, le logiche, i pettegolezzi, sono cose che non mi riguardano. Io voglio nutrirmi della bellezza che vedo, della parole che leggo, della cultura di cui mi circondo e la voglio condividere con lui. Posso dirlo con certezza: è entrato nella mia vita come un fulmine a ciel sereno ed ha messo sottosopra ogni cosa. Non è solo amore, è salvezza. Anni fa ho toccato il fondo, sono rimasta sola. Avete presente quelle scelte sbagliate che ti portano lontano da casa, dagli affetti più cari, lontano da tutto e tutti? Mi ero persa e per troppo tempo ho navigato a vista mettendo in dubbio ogni cosa. Davanti ad un specchio mi cercavo dandomi appuntamento alla stessa ora. Fissavo i miei occhi per ritrovare quel bagliore di un tempo ma notavo solo lacrime. In quei momenti pensavo di aver sbagliato tutto, di non essere all’altezza, cedevo e credevo di non farcela. Posso dare un nome a questa cosa ma non lo farò ora, vi basterà sapere che sono due le cose che mi hanno salvata: l’amore per lui e il palcoscenico.

continua…

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