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Tutto ciò che siamo (seconda parte)

Seconda parte di “Tutto ciò che siamo”, buona lettura!


Gli ho dato un pugno nello stomaco e l’ho visto piegarsi, poi un calcio in faccia ed era definitivamente a terra. Se lo meritava, avrebbe dovuto smetterla di prendersela col mio amico. Ha cercato di fermarmi in tutti i modi ma questa volta non ha funzionato. Non sono mai stato un tipo manesco anzi, ma da qualche tempo il mio sistema nervoso è messo a dura prova. Per decomprimere sono andato a salutare i miei genitori e li ho trovati stanchi ma felici, seppur di poche parole. Quella campagna è rigenerante. Per calmarmi l’attraverso in bici anche se ora si tratta di qualcosa di molto più grande e non credo possa bastare. Con loro dovrei parlarne, mi vedono cosi strano ultimamente. No, forse è troppo presto. Hanno sempre avuto un occhio di riguardo per me, ma devo trovare il modo e il tempo giusto per affrontare il discorso. Sapete, nella mia vita non ho mai chiesto aiuto e non solo per orgoglio, sono stato abituato a cavarmela da solo, in ogni cosa. Però adesso è diverso. Il giorno in cui l’ho scoperto ho provato ad immaginare cosa sarebbe cambiato. Non pensavo a me, pensavo a quello che avrei perso: lei. Andarmene e lasciare per strada l’unica persona che mi ha sempre sostenuto? Sapere che possa soffrire anche solo un minuto mi distrugge. Ne abbiamo passate tante insieme uscendone sempre più forti. Ha chiuso alcune crepe, se non veri e propri squarci interiori, con la sua eleganza e delicatezza. Vorrei provare a raccontare come il suo amore sia riuscito a rigenerarmi ma non ci riesco. Ci ho provato milioni di volte e la mia goffaggine mi ha portato solo a recitare una lunga lista di frasi scontate degne della confezione maxi di cioccolatini Baci Perugina. Quindi ho affidato alle emozioni questo compito, ai silenzi, ai libri letti fianco a fianco o agli sguardi d’intesa, alle albe in macchina mentre raggiungiamo il mare, ad un concerto o uno spettacolo teatrale. Alla presenza fisica e concreta, motivo per cui può contare sempre su di me ed è per questo che non posso più temporeggiare, devo parlarle e deve sapere, del resto non mi interessa più nulla. Ma per lei, solo per lei, vorrei continuare a vivere.

continua….

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