Avevo un cuore ma ho smesso di usarlo.
Ho smesso di usare il cuore un giorno d’estate di qualche anno fa, aveva sofferto fin troppo e non ne voleva sapere di ripartire. La razionalità aveva preso il sopravvento su di me, come fanno gli animali affamati sulle povere prede indifese. Una razionalità inquadrata, fredda, grigia. Non era una situazione del tutto sgradevole, aveva i suoi pregi: la diffidenza e l’incapacità di creare legami mi faceva sentire libero. Disincantato procedevo in una direzione nuova, quella del mio rinnovamento. Da quel giorno di fine giugno erano cambiate tante cose ed il susseguirsi di nuove esperienze mi avevano portato beneficio ed un miglioramento inaspettato. Non vivevo più di emozioni che erano diventate debolezze e non sentivo nessun bisogno di cambiare una situazione che all’apparenza pareva ottimale.
La quadratura del cerchio sembrava essere avvenuta, ogni tassello s’era incastrato al posto giusto, ed i programmi prefissati erano stati rispettati. Tutto vero, tutto bello. A seguire ci sono state gioie, soddisfazioni, gratificazioni, ma qualcosa ancora non tornava: dov’era finito il mio cuore? Che fine aveva fatto? Preso com’ero dal ritmo frenetico avevo smesso di usarlo e senza volerlo mi mimetizzavo tra la massa, come sui marciapiedi di New York ad orario di punta. Quindi mancava qualcosa, lo sentivo.
Avevo bisogno di sputare il rospo, quello che mi preoccupava però, erano le dimensioni del rospo. Forse, la paura di far cadere un castello creato con cura e con sacrificio era più forte ed allora volevo continuare ad essere razionale e preciso. Il più possibile, per non perdermi, per non distrarmi.
Ma, il cuore se ne frega.
Ma il cuore si stanca di essere trascurato, di svolgere solo quel lavoro per cui è nato. Vuole di più. A volte il cuore reagisce e si riprende ciò che per diversi anni è rimasto sepolto tra i meandri dell’anima. Il cuore è un combattente, un leone, un guerriero. Il cuore se ne frega della mente e della ragione. Il cuore è strafottente, ed ora sento che questo cuore un po’ malconcio si stia lentamente riprendendo i propri spazi e stia ridando un impulso nuovo a questa esistenza.
E chi lo ferma più.
Il cuore se ne frega.
Daniele Gareri
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