I due ragazzi sono partiti incrociando le labbra, baciandosi piano.
Le luci del porto si allontanano, i marinai iniziano il loro viaggio.
Sognano un approdo sicuro nella tempesta quotidiana. Giovani e pieni di vita, sussurrano parole che sanno di speranza (in una creuza sul mare immaginario d’una giornata d’ottobre fresca e umida, s’erano fatti una promessa guardandosi negli occhi). Ora, suoni d’oriente accompagnano i marinai che hanno iniziato a viaggiare e pieni di vita abbandonano casa con un po’ di nostalgia ma tanta voglia di vivere. E’ un viaggio duro, pieno di sale negli occhi, fatto di scivoloni su banchine umide e di sbronze emotive. Giornate che iniziano prima dell’alba tirando funi troppo pesanti ed issando vele gonfie d’un vento che un giorno ti spinge a largo e l’altro ti blocca. Un viaggio in mare è un sacrifico.
I due ragazzi continuano a baciarsi tenendosi stretti, evitando che le onde possano travolgerli. Uniti, non affondano, uniti navigano spediti. Solcano questi mari affollati e pieni di insidie, di mani traditrici, di arrivisti ben vestiti, di parolai gesticolanti mezzi diavoli e mezzi santi. Ah!Ma questi due ragazzi si scambiano libri e al loro interno, due cuori che rinsaviscono. Che dono, il più importante. Gli occhi parlano e rispecchiano una chiesa sul mare, la costa ligure e le barche a vela. Lì, avevano deciso di partire insieme. Nei loro occhi sogni conquistatori, poco avvezzi ai compromessi, dai caratteri ruvidi e spigolosi. Come i ragazzi, come i marinai. I gabbiani volano danzando sopra di loro, l’acqua diventa sempre più blu e più profonda, le notti sono più scure e la solitudine li avvolge.
Ma non hanno più paura. I ragazzi hanno preso il largo, come quei marinai che partono.
Daniele Gareri
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