All’orizzonte c’è una speranza, ed è proprio là che si dirige.
Il suo cavallo tiene il bene il passo, muscoli allenati e una lunga criniera nera lucida. La sella è di un cuoio scuro, consumata dai mille viaggi, dalle intemperie e dalle lotte. Il suo fucile ha inciso nel calcio le iniziali del nonno, è un dono che si tramanda di generazione in generazione. Non ne fanno più di così precisi da queste parti.
Cavalca veloce, apparentemente senza meta, aquile nere danzano sopra la sua testa, si sistema il cappello e con una cicca in bocca, pensa alla strada intrapresa. Ha perso nel viaggio persone care e a sua volta è scappato da situazioni scomode, con il suo cavallo sempre pronto e sull’attenti. Ricorda uno per uno quei volti che lo affiancavano nelle scorribande notturne, proteggendosi le spalle. Fratelli, ma nel vecchio west nulla è scontato.
Ed ora non cavalca da solo, ma è solo con le sue forze che vuole riuscire. Così, quando sarà arrivato, scenderà da cavallo e continuerà a piedi portando con sè il fucile che spara pallottole nere come inchiostro, per difendersi e per cacciare. Gli stivali consumati lo abbandoneranno e i vestiti logorati dal tempo non basteranno per l’inverno rigido, quindi dovrà scuoiare un montone prendendosi la pelliccia senza troppi complimenti. Poi ne mangerà la carne attorno ad un falò e ripenserà a quella donna che gli ha donato il cuore. C’è una forza invisibile in ogni uomo, ed emerge davvero una volta soltanto.
Le montagne saranno davanti a lui, la salita risplenderà sotto il cielo stellato di una serena notte d’inverno, e non servirà nient’altro. Senza più alcuna aspettativa, sarà pronto per affrontare anche questa.
[Un sorso di whisky riscalda l’anima e butta giù le paure]
Daniele Gareri
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