Ciao Leonardo,
Ti scrivo perché ormai sei grande e ci sono alcune cose che sento di dirti, forse per nostalgia o forse per assicurarmi che tu abbia capito l’importanza di certe persone che hanno voluto il tuo bene e che hanno lavorato dietro le quinte per far si che tu diventassi ciò che sei ora. Cose come un lavoro sicuro, degli amici che ti cercano, una famiglia che ti vuole bene, le dovresti coltivare sempre, come quelle piantine che tua nonna innaffiava in giardino. Guardale quelle foto che ti ho lasciato, io e tua nonna sorridevamo spensierati in un pomeriggio d’agosto mentre lei leggeva il cacciatore di aquiloni. Uno dei suoi preferiti. E tuo nonno? Te lo ricordi? Quando da piccolo ti portava in giro per il paese e facevate colazione assieme? Aveva le mani pieni di calli e lavorava sempre, ci ha aiutati a fare questa piccola casa. Sei cresciuto figliolo, ma sono sicuro che ricorderai tutto.
E tua madre, la vedi quant’è bella seduta su quella sedia a dondolo mentre legge il giornale? Guardala bene ragazzo mio, perché le mamme sono speciali. Amala, amala sempre, ti ha cresciuto, ti ha sostenuto, ha voluto per te il meglio, ti ha fatto studiare ed ha fatto studiare anche me. Guarda i suoi occhi verdi, che poi sono anche i tuoi, quanto brillano tutte le volte che alza lo sguardo verso di noi, e ammira il suo sorriso, perchè di così belli non ne vedrai mai più. Ed io, che ti sto scrivendo, ho cercato di essere sempre un buon padre, ma solo tu puoi dire se ci sono riuscito, solo tu puoi dire se io e la mamma siamo stati buoni genitori. Ti posso garantire che ci abbiamo messo tutto il cuore e l’anima, senza riserve. Abbiamo litigato, ci siamo scontrati, abbiamo pianto, e poi abbiamo fatto la pace. Essere genitore non è semplice e l’ho capito col tempo, me lo dicevano tutti. Ho provato a trasmetterti le mie conoscenze che purtroppo non sono tante, ed ho puntato di più sulle esperienze: da uomo a uomo quelle passeggiate lungo il fiume spero ti siano servite, te le ricordi? Ti dicevo che è un mondo duro, selvaggio, un po’ come il vecchio west che ci piaceva tanto. Ti dicevo di trattare bene le persone, di non giocare con i sentimenti, e sono sicuro che col tempo tu abbia capito di cosa parlavo. Non potevo darti tanto, ma ti ho dato tutto.
Ti ho lasciato il mio più grande tesoro: la libreria piena. In alcuni di quei libri hai trovato appunti, emozioni, sensazioni, punti di vista, dubbi, domande. Prendevo nota di ogni cosa, cercandone poi il significato. Ero curioso e la curiosità è stata la forza che mi ha contraddistinto sempre, anche quando nessuno credeva in me. Conta sempre e solo sulle tue forze, sempre e solo sulle tue forze. Allenati mentalmente e fisicamente, continua a fare sport e coltivare le tue passioni, divertiti, impara, vivi. Ci saranno giorni in cui sarà difficile andare avanti, ma quei giorni passeranno. Circondati di persone positive, regala sorrisi e vedrai quanti te ne ritorneranno indietro. Mantieni la parola data e fatti rispettare, non c’è bisogno di usare la forza, bastano le parole giuste, al momento giusto, ma pesale sempre, perché possono fare molto male. Stai crescendo giorno dopo giorno, sei sveglio ed arguto, ma non ti compiacere troppo con te stesso, se lo farai, quello sarà l’inizio del tuo declino. Sposati, o accompagnati, ma non rimanere solo, almeno, non per tutta la vita. Io e tua mamma tra mille difficoltà siamo ancora qui e prima di noi, i nostri genitori, tuoi nonni. Se c’è una cosa che ho capito fino ad ora, è che l’unione è davvero una cosa bellissima. E te lo dice un lupo selvatico come me, che rigettava ogni legame col prossimo. Ma siamo qui, e ci sei tu che sei la nostra più grande gioia.
Cammina sempre a testa alta e ascoltaci nonostante a volte risulteremo pesanti, siamo stati figli, prima che genitori e nonni.
Noi ci saremo.
Papà, Mamma.
[Lettera di un padre al proprio figlio.]
Daniele Gareri
Rispondi