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L’estate del 2022

Sento musica leggera di un vecchio jazz uscire da una finestra, il litigio sfrenato di due coniugi attempati che discutono di chissà chi, un neonato che piange e i suoi strilli acuti s’innalzano fino a toccare il cielo – dio solo sa quando smetterà – ma scandisce il tempo, ritma l’esistenza. Rumori di stoviglie, condizionatori accesi che buttano fuori aria calda, costumi sugli stendini messi ad asciugare e teli pronti per le spiagge italiane.

La bassa il mare non ce l’ha ma se vogliamo possiamo immaginare mare quegli immensi campi coltivati – a non so che – tutt’intorno a noi. Le piscine sono piene, il profumo del cloro si mescola al letame spruzzato la sera prima, le cicale si sono impossessate dei nostri alberi – ritornatevene al vostro paese dicono alcuni – ma infondo a me piace, mi ricorda quando andavo in Calabria da piccolo – ritornatevene al vostro paese dicevano alcuni – ad agosto. Le zanzare ormai sono mie amiche, decantate più volte hanno smesso di importunarmi dopo avere aperto le trattative diplomatiche di prassi in questi casi, come tra Russia e Ucraina…ah no. In quest’estate c’è un po’di tutto dentro. C’è molto caldo soprattutto, un caldo asfissiante che non da tregua da maggio. Un caldo frutto del cambiamento climatico, una di quelle cose che ci ripetono da trent’anni e noi a fregarcene bellamente. E adesso già alle otto del mattino sono sudato. Poi vado a lido Po e non lo trovo più – ma come era qui un attimo fa – evaporato letteralmente il grande fiume se n’è andato mi siedo sull’argine e lo aspetto, torna amico caro cambieremo e ti riempiremo con le nostre lacrime quando non avremo più niente. Poi corro veloce con la mia bici che usavo anche prima – non ora che il prezzo del petrolio sale – e mi tolgo la maglia prendo il sole, mi ustiono, sento la faccia bruciare come in quei film sci-fi dove la fine del mondo è vicina, il sole s’avvicina e il protagonista inventa qualcosa e salva l’umanità. Ma non sono io il protagonista, sono lo sfigato che muore per primo. Dov’è il nostro eroe mi chiedo?

Apro instagram mentre lo aspetto, storie di spiagge, mari bellissimi, culi, tette e addominali. Guardo la mia pancia chiudo instagram prendo un panino, differenzio i rifiuti, raziono l’acqua, mi sento in colpa per tutta questa situazione. Ah meno male mi dico, quando vedo le fabbriche e i loro fumi, lavorano a pieno regime per portarci il benessere. Apro l’home banking, guardo il conto, chiudo l’home banking, il benessere dicevamo. Torno a casa, sotto la finestra sento un chiacchiericcio gli spettegolezzi di paese se ne infischiano del caldo, ascolto, sono in ferie, sia mai rivelino qualcosa di interessante tipo la traccia da seguire per l’isola del tesoro. Ma niente. Parlano di quel tizio che sta facendo soldi approfittando della gente, di sua moglie che si diverte, delle prossime elezioni comunali, della piazza che non reagisce, dei giovani che non capiscono un cazzo. Sudo continuamente dovrei essere dimagrito ma sono ingrassato, vorrei andare a correre ma le suole delle scarpe si incollano all’asfalto, leggo un libro, poi ne leggo altri, sono a sedici per ora ma ne dovrei leggere altri venti entro la fine dell’anno. Posso farcela. Donato Carrisi una volta ha detto che chi aspira a diventare uno scrittore dovrebbe leggere almeno trentacinque libri all’anno. Alcune volte ci sono riuscito, altre no. Io non aspiro a diventare scrittore, ma scriverò fino a quando ne avrò la possibilità. Sto caldo mi mette di cattivo umore, brontolo sempre, ma quello anche di inverno credo. L’estate del 2022 è particolare. Noto molto distacco, le persone sembrano arrabbiate. Sarà il caldo? Non credo solo questo. C’è altro, vorrei saperlo. Interrogo un signore anziano ma non capisce la domanda, forse non sente bene o forse non vuole rispondere. Chiedo ai miei amici ma mi mandano a cagare con le mie solite domande-dicono-e forse hanno ragione. Posso farmi i cazzi miei come fanno tutti? Stare in silenzio? Accettare ogni cosa senza reagire? No non posso. Allora cerco compagni di viaggio, gente anormale, figlia di un sogno che sulla carta non si potrà mai avverare ma che a crederci davvero non fa di certo male. Dai!

Abbiamo un fiume da riempire con le nostre lacrime, un mondo da ricostruire con le nostre mani lisce, poco avvezze ai badili e alle carriole, ai sacchi di cemento, alle tavole di legno, insomma a quegli attrezzi manuali che servono per ricostruire. Impariamo! Sono vent’anni che dicono che possiamo essere chi vogliamo! Non ci crediamo più? Era una menzogna? Siamo solo numeri, tesoretti di dati lasciati durante le nostre navigazioni on line accettando tutti i cookie? E poi i nostri dati vengono rivenduti e i nostri telefoni suonano senza tregua e noi rispondiamo a quei numeri mobili perché pensiamo sia qualcuno che ha bisogno di noi invece è l’ennesimo call center? Siamo solo questo quindi? Si, forse si.

E il futuro è nelle nostre mani? Che fine hanno fatto quegli slogan con cui siamo cresciuti, quell’ottimismo che ci ha forgiati, quelle banconote messeci in tasca di straforo da nonni, genitori, parenti in genere -comprati le caramelle-come regali di comunioni, cresime, matrimoni. L’estate del 2022 è una bellissima estate però.

Guardo gente che si contraddice ogni secondo-va di moda penso-guardo i miei piedi e ho bisogno di un nuovo paio di Birkenstock-vanno di moda penso-vanno ancora di moda chiedo? Voglio quelle da frate. Leggo i messaggi su quei gruppi di ws di cui non ricordavo l’esistenza, due risate con una birra in mano è un po’ di compatimento ma solo un po’ non è un problema mio se c’è chi vive male l’estate del 2022 che si è vero, è molto calda ma è pur sempre una estate.

Allora esco di sera, guardo il cielo pieno di stelle, ricordo quando a sedici anni salivamo sui tetti delle nostre case io e i miei amici-che forse leggeranno questo pezzo-e lo ricorderanno bene. Dannate serie tv americane colpa loro, ci portavamo le nostre ragazze promettendo loro la luna, permettendoci al massimo un panino. Ora vedo i feed di alcuni cresciuti in questa bellissima buca atteggiarsi a star di Hollywood, con due soldi tirati su a fregar il prossimo, vedo sta gente un po’ scema, un po’ influencer, che crede di suscitare invidia e anche qui al massimo suscita un po’ di compatimento ma come sopradetto, è pur sempre estate e ci sono un sacco di cose ancora da fare. Tipo: andare in montagna e fare un trekking, ritornare al mare, fare una capatina al lago, finire almeno tre libri prima del ritorno in ufficio, poi vediamo se riusciamo ad infilarci altro.

La chiamavano estate canta in questo momento Bruno Martino-chi cazzo è mi chiedo forse un big della musica italiana credo-e la chiamano estate quest’estate senza te, aggiunge.

Però tu ci sei quest’estate. Sei proprio qui, un’altra estate insieme. Quindi a me in fin de conti cosa me ne frega di tutto il resto? Guarda quante stelle, per ogni stella ci sono dieci zanzare lo sapevi?

Mettiamoci l’autan però, perchè le trattative diplomatiche con le zanzare sono andate male, addentiamo sto panino, viviamo quest’estate.

L’estate del 2022

d.g.

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Comments (

1

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  1. wwayne

    Rieccomi! Parlando di jazz mi hai fatto tornare in mente questa dolcissima storia: https://wwayne.wordpress.com/2021/08/28/una-storia-damore/. Che ne pensi?

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