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Un tesoro tra le mani

Un tesoro tra le mani, un piccolo battito, una musica leggera, un sogno inconfessato, allontanato dalle acque grigiastre in cui ormeggiano pescatori di frodo che si portano appresso riflettori sempre accesi, teli verdi per shoot fotografici e false promesse seriali. T’accosti a quel muro, sprofondi nel tuo giaccone. Gambe lunghe, capelli ordinati e tra le mani ancora il tuo tesoro. Senti urlare attorno a te-ma che succede-e non te lo spieghi ma t’infastidiscono quegli sbuffi sul lavoro, quelle parole di sbieco a denti stretti di colleghe fredde e di colleghi fin troppo caldi. E il tuo tesoro ancora tra le mani. Non sei capace ti hanno detto. Non sei abbastanza forte, ti dicono sibillini.

E tu vivi senza sprecare le parole. Sorridi a tutti per educazione ma ogni tanto vacilli, ti chiedi se c’è qualcosa che non va in te e che cosa vuole questa gente con la bava alla bocca, che afferra smartphone, improvvisate goffe star del web, con unghie arcobaleno che seguono il trend e invece tu con un maglione verde, largo, jeans, scarpe basse che ti specchi e un giorno ti riconosci, il giorno dopo no. Ti perdi, ti ritrovi. Prima era più facile. Prima la realtà era una, ora si confonde, inarcandosi ricopre un cielo stellato che fin da piccola contemplavi, aggiungendo altre stelle, illuminandolo di più e rendendolo irreale. Un filtro. Arricchente si, disturbante però, falso soprattutto. E chi sono io? Ti chiedi, scorrendo il feed cosi luccicante. Le tue guide non ti prendono più per mano e non lo capiscono questo mondo.

Guardi il tuo corpo cambiare, la pelle ancora liscia mostra i primi segni del tempo, i polpacci forti per gli anni di danza, la leggerezza nei movimenti, le carezze date piano, le lacrime discrete come se non volessi farti vedere. La riservatezza. E i momenti di gioia assoluta, o di dolore atroce, passati custodendo tra le mani il tuo tesoro. Che lingua parlano? Ti chiedi. Tra i tuoi libri cerchi risposte, soffi via la polvere, sfogli vecchie pagine e annusi la carta. Dei nuovi libri invece accarezzi la copertina. Costruisci le tue difese e diventi più forte. E non parli. Qualcuno parla sempre al posto tuo, fremendo e premendo compulsivamente cuoricini colorati. Ma non funziona più. Hai un tesoro tra le mani che toglie i filtri, spegne i telefoni. Poi asciuga le tue lacrime, accoglie i tuoi momenti no, accarezza le tue sofferenze, lenisce le tue ferite, ti da tutto ciò che serve e il mondo fuori non lo vede, non lo sente. Troppo impegnati come sono a rincorrere l’ombra di se stessi, là fuori vanno di fretta e nel putridume grigiastro la tua delicatezza squarcia prepotentemente quel velo di Maya scoprendo realmente chi sei. Hai un tesoro tra le mani, tienilo stretto.

Sei Tu.

d.g.

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