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Flusso natalizio

Photo by Karolina Grabowska on Pexels.com

Premessa: non c’è stato nulla di normale in questo anno, quindi non sarà un intervento lineare, chiarificatore o rassicurante, piuttosto l’occasione, ancora una volta, di poter liberare i miei pensieri. Questo, nel momento particolare che stiamo vivendo, mi sembra già di per sé un grande successo e poco importa di chi-pensa-cosa o dei virtuosi da tastiera con cui io non condivido nulla se non la passione per le parole. Dico questo perché le vostre etichette non mi appartengono, mai mi apparterranno e non ho nessuna velleità se non quella di condividere con chi mi segue i miei punti di vista. Non cercate per forza risposte, sarei molto felice invece se nascesse in voi qualche domanda. Buona lettura!


È Natale e come sempre ti scrivo, ormai è una consuetudine. Quest’anno va così non è necessario parlarne ancora. Più che altro, volevo chiederti come stavi e quali sono i tuoi programmi per i prossimi giorni. Che significa che non farai nulla perché siamo in zona rossa? Che c’entra, nemmeno io farò qualcosa. Ti sei stancato di leggere? Di scrivere? Di guardare film a caso su Netflix e le sere ti sembrano tutte uguali? Che ti devo dire. Non devi per forza fare qualcosa, puoi startene seduto in un angolo mettere su un po’ di musica e non pensare a niente. Provaci. Ti sembra tempo perso? Non lo so, forse lo è, ma cosa vuoi fare? Ah ci sono, fai qualche corso on line no? Pare siano diventati tutti esperti ora, certificati e pronti per il 2021. Eh, anche a me sembrano un po’ tutti fenomeni ma non ne parlo perché rischio di essere inserito nella stessa categoria quindi mi limiterò a dialogare con te. Come sto? Tutto bene nonostante il periodo non facile. A dire il vero devo ringraziare una persona molto importante che mi è accanto e da quando le cose hanno preso una piega diversa, nuova, indecifrabile, mi sta aiutando. A volte cambiare qualcosa fa bene e c’è sempre un motivo, l’importante è che le parti coinvolte lo riconoscano, credo. Tu cosa dici? Per te è facile, da tempo me lo dicevi. Ad ogni modo, se adesso mi chiedi come vedo il futuro non ti rispondo. Intanto perché non lo so, e se lo sapessi saprei come concentrare al meglio le mie energie, ma non te lo so dire quindi vado a tentativi. No, non mi preoccupa, in questo anno ho scoperto di avere ciò che mi serve e non è niente che io possa toccare con mano. Sono scelte anche queste probabilmente se scrivessi dall’alto di un attico a New York scriverei in modo diverso, può darsi, non lo escludo. Comunque ho un problema con chi vuole piacere a tutti e mi odio quando cado nelle stesse logiche. Oh sì, certo che capita. Cosa voglio fare? Eh, cercare di migliorare, lasciare correre, ma non fare finta di niente. Quali sono i miei obiettivi per i prossimi anni? Sicuramente raccontare di come siamo usciti da questa pandemia. No, non ho la nausea e non devo lottare per allontanarla. Forse qualche a volte, ma non è una costante. Mi chiedi se mi piace questa corsa a chi vuole dimostrare di avere successo nella vita? Anche qui penso sia questione di scelte, ognuno si sente realizzato come crede. Eh lo so, per alcuni se non rientri in certi standard sei un fallito ma potresti sempre cancellarti da Facebook e Instagram, andrebbe sicuramente meglio. No, non ho intenzione di toglierli per ora, mi piace condividere i miei pensieri. Sì, certo che lo farò, un giorno lo farò, ma non ora. “Alla tua età io facevo grandi cose” non posso dirtelo, abbiamo la stessa età e comunque non la sopporto più questa frase. Perché? Vorrei solo contestualizzare i tempi senza usarli come alibi. Mi segui? Mi hanno detto tempo fa che non abbiamo spina dorsale. Forse è vero, ma vorrei chiedere a un laureato con due master, cosa ne pensa. Non devo rispondere io, che non sono nessuno e neppure più tanto giovane. Voglio chiederlo a chi ha passato metà della sua vita sui libri e per scelta ha deciso di rimanere qui. Sai già quale sarebbe la sua risposta e puoi immaginare la risposta di chi invece ha deciso di andarsene tempo fa, cercare fortuna altrove lontano da casa, dalla famiglia e da tutto il resto. Lo sai, no? Anche qui è una questione di scelte. Ma sai, ti dico queste cose perché ultimamente ci ho pensato spesso. Certo, anche a chi ha perso i propri cari e questo natale lo passerà guardando la foto del padre che non c’è più e di un fratello che se n’è andato prematuramente, piangendo. Sì, ci penso. Se penso alla mia famiglia? Sì certo, come sempre. Avrei tante cose da dire su di loro, ma cercherò di farlo a voce anche perché leggeranno queste parole e se devono piangere, tanto vale piangere tutti assieme. Cosa mi manca di più? Viaggiare, ballare in mezzo ad altra gente, abbracciare. Quegli abbracci belli, forti, decisi, sinceri. Pensavi fossi più polemico in questo post natalizio? Hai ragione, parto sempre con il coltello tra i denti poi mi cade dalla bocca tutte le volte perché la apro stupito. O stupido. Sì, lo sono, non ho dubbi sulla mia stupidità. Mi fa compagnia nelle sere silenziose quando prendo una penna e faccio una delle poche cose che mi fa stare bene, no, non infilarmela nel naso. Scrivere. Ma forse anche infilarmela nel naso. Ho visto alcune foto di vecchi amici. Se penso al passato? Sì. Mi chiedi cosa penso? Che avrei potuto fare scelte diverse ma non con rimpianto, piuttosto con curiosità. Dovrei andare molto indietro perché riguardano il me ragazzino quello che girava insieme ai suoi amici con le grazielle truccate e gli adesivi attaccati sopra facendo la spola tra il parco Primavera e l’attuale quartiere che ai tempi era una grande distesa di terra e di campi coltivati. Negli assolati pomeriggi di luglio durante le vacanze, ancora piccoli per fare lavoretti estivi, scoprivamo il mondo attraverso le prime esperienze. Non c’erano pensieri e al massimo ti chiudevi in camera ad ascoltare della musica triste perché la ragazza che ti piaceva aveva baciato un altro. Adesso che ci penso in quei momenti ho iniziato a scrivere, canzoni soprattutto. Quindi cosa cambierei? Di questo nulla, ma in quel periodo sei chiamato a compiere scelte importanti per il tuo futuro e non ne hai ancora del tutto le capacità. Magari ora è cambiato, non so. Gli adolescenti adesso mi sembrano tutti molti più arguti, svelti e sensibili. Certo i difetti sono gli stessi, come ogni generazione. Però mi sembrano meno ingenui e non credo sia un male, anzi. Se c’è qualche occupatore di poltrone seriale non si offenda per quello che dirò ora, spostate i riflettori e puntateli con forza su questi ragazzi che in pandemia si sono attaccati alla bottiglia ed è risaputo che alla bottiglia ci si attacca solo dopo i trenta, suvvia. Dategli l’opportunità di qualche anno spensierato almeno. Se lo devono andare a prendere? Sì, ma devono avere anche le possibilità di farlo. Quest’anno ho pensato molto anche a loro e anche a tutti quei bambini che a un certo punto hanno cominciato a chiedersi cosa c’era che non andava se papà rincasava triste e la mamma non parlava tutto il giorno, con lo smartphone che vibrava ad ogni notifica di qualche gruppo whatsapp nostalgico come “Compagni di classe 83″. Di chi è la colpa? Non lo so, ma comunque ti ricordo che in giro c’è un virus che ha già fatto troppi danni. Intendo dire che a ‘sti bambini ci dobbiamo pensare tutti e non con un regalo comprato su amazon a ridosso del Natale. Come dici? Pensi siano problemi dei genitori? Non voglio dare consigli genitoriali, dico solo che è una questione che riguarda tutti e non possiamo esimerci. Quindi? E quindi niente, questo è ciò che ho pensato, non ho certo delle risposte. Ho delle supposizioni, delle idee magari, a volte. Ma risposte poche e non è nemmeno il mio compito. È già tanto trovare delle risposte per me figurarsi trovare risposte per gli altri. Ma poi, seriamente, da chi ci aspettiamo delle risposte ancora se non da noi stessi?

Buon Natale

Daniele Gareri

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