Ecco il temporale.
Forte, intenso, rumoroso. Arriva così all’improvviso che molte volte non hai nemmeno il tempo di prepararti psicologicamente. Vedi qualche lampo, senti un leggero venticello che si alza, e poi all’improvviso eccolo che ti travolge. Nel giro di qualche secondo quei nuvoloni neri che vedevi in lontananza sono proprio lì, sopra di te, pronti a scaricarti addosso tanta di quell’acqua che nemmeno immagini.
La rabbia dei temporali mi ha sempre incuriosito. Sembra quasi che ce l’abbiano con qualcuno e che debbano assolutamente sfogarsi travolgendo tutto. Tu però che sei lì, nel bel mezzo della bufera lo cerchi un riparo ma non è detto che riesca a trovarlo perchè acqua e vento insieme alzano un muro che ti impedisce di vedere e quindi ti ritrovi a girovagare alla cieca senza sapere cosa fare, senza avere una collocazione, senza dare un senso alla tua vita.
Il temporale non dura tantissimo: qualche minuto poi passa. Ritornerà ma solo dopo. In ogni caso non puoi permetterti di fermarti, hai tante cose da fare, tante domande a cui rispondere, tante cose da riordinare. Un temporale cosi quando arriva spazza via tutto sia i panni che avevi steso che le tue belle certezze coltivate per anni. Un temporale cosi ti prende a schiaffi sul più bello facendoti notare che sei piccolo piccolo al cospetto di madre natura o del firmamento, se ci credi. Dovrai comunque prendere atto che ti impedirà di continuare su quella strada e ti renderà le cose molto difficili quindi dovrai avere una grande forza di volontà per sistemare tutto, asciugarti e ricominciare senza perdere tempo.
Ma dimmi, quanti temporali hai passato fino ad ora?
Forse tanti, e non ti sei mai arreso.
Daniele Gareri
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